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Uova strapazzate (parte II)

uova strapazzate

(segue dalla I parte)
In America, se hanno passato buona parte della nottata a tagliar pomodori per il pancarrè o a tagliare fette di torta, vanno direttamente sotto la doccia prima dell’alba per essere pronti per la colazione, una sorta di evento familiare da non perdere, che si perpetua ogni mattina con ritmi della serie we-have-all-the-time-in-the-world, sembra che nessuno debba andare a lavorare o a scuola, o che ci vada con orario flessibile, quando ha finito l’ultima portata della colazione…
Oltre alle cofane di cereali di tutti i tipi che obbligano a mangiare ai loro figlioletti (“mangia i tuoi cereali!” “… e che palle, io devo mangiare i cereali e tu ti sbafi uova, bacon e ogni sorta di schifezza che, chi soffre di colesterolo alto, lecca lo schermo della TV perché spera di poter sentire un po’ di sapore …”) un altro must della colazione, sono le uova. Delle enormi confezioni di cartone da 12 (24?) uova ciascuna, troneggiano in cucina, sulla destra della padella nera che, se potesse parlare, chiederebbe gli straordinari, neanche i sindacati l’avevano avvertita che avrebbe avuto un’attività così frenetica, in mano ad una casalinga americana.
Insomma, guardando l’ennesimo film, mi è caduto di nuovo l’occhio su queste uova immancabili nella scena della colazione-rave … Si tratta delle proverbiali uova strapazzate = scrambled eggs che nel menù mattutino americano sono quelle deputate a dare la sferzata decisiva per far partire la giornata e anche quella per dare il colpo di grazia al fegato … Molte volte le mangiano anche fritte, mentre i loro amici inglesi ne fanno un ancor più largo uso.
Una sera decido che, una tantum, e soprattutto come cena, anziché come ennesima portata della colazione (bleah), voglio riprodurre le tanto famose uova strapazzate. Sembrano facili, ma, girando in rete, me ne sono letta almeno una quindicina di versioni che avevano piccole ma sostanziali varianti, ma praticamente tutti sostenevano che in realtà non sia un piatto così banale da realizzare. Naturalmente la ricetta che ho realizzato è un compendio di tutte le altre e devo dire che sono veramente buone, direi libidinose e, detto da una che non impazzisce per uova e frittate, è un gran bel complimento.
La raccomandazione è di non diventare fans eccessivi di questo piatto che richiede poco tempo, pochi ingredienti sempre presenti e un’ottima soddisfazione per il gusto, ma che è un po’ la sagra del colesterolo, quindi una volta ogni tanto, concedetevi questo premio se avete mangiato sano o se promettete di mangiar sano, dopo le uova strapazzate. So tasty! …

Ingredienti: (per 1 persona)
uova 2
burro una noce
parmigiano grattugiato una spolverata (o un altro formaggio semimolle a pezzetti)
panna da cucina un paio di cucchiai (per alleggerire, sostituire con il latte)
sale
pepe

Preparazione:
Rompere le uova in una ciotola, aggiungere sale e pepe e mescolare bene con una forchetta, aggiungere la panna (o il latte) e amalgamare bene il tutto. Far sciogliere la noce di burro in una padella antiaderente versare il composto di uova e mescolare continuamente con un cucchiaio di legno a fuoco basso senza formare una “frittata”, ma “strapazzando” le uova. Servire caldissimi su un crostino di pane rustico abbrustolito o su fette di pancarré tostato.

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